
La Risiera di San Sabba a Trieste è stato un lager nazista, utilizzato durante la seconda guerra mondiale per il transito, la prigionia e l’eliminazione di un gran numero di detenuti, in prevalenza prigionieri politici ed ebrei. La Risiera è soprattutto luogo di memoria: spazi, luoghi, oggetti, volti, parole a testimonianza dello Shoah. Testimonianze sconvolgenti nella loro nudità di cronaca, una cronaca misurata e composta, senza retorica, dalla quale arriva un messaggio civile e morale che è ancora oggi da meditare.
IL DOVERE DELLA MEMORIA
Per la prima volta non trovo parole per dire ciò che ho provato ascoltando le tante testimonianze proposte nel museo: volti di sopravvissuti, voci di chi ha visto, di chi c’era e non riesce a darsi pace. Com’è uno sguardo senza speranza? E una giornata senza destino? Entrare nella Risiera di San Sabba e cercare di uscirne un po’ più saldi non è facile, così come non è facile invocare la coscienza del fatto che la storia è un intreccio di scelte e di responsabilità, e che in mezzo a tanta miseria e tanto dolore che l’uomo ha saputo infliggere a sé stesso dobbiamo trovare gli antidoti perché la storia non faccia, mai, le rime.
A noi il dovere d ricordare e rimanere vigili, perché, in fondo, alla base di ogni politica di sterminio ci sono sempre l’assenza di democrazia e la deriva ideologica e nazionalista. Occorre ricordarlo, bisogna ricordare.
Ricordare lo Shoah visitando la Risiera di San Sabba a Trieste