Due pedali, due ruote, un telaio: un oggetto piuttosto semplice la bicicletta. Eppure la usiamo tutti, o quasi. Da bambini impariamo ad andarci, a rimanere in equilibrio e poi in qualche modo non ce ne dimentichiamo più.
Non sono una grande sportiva, e tanto meno una fanatica delle due ruote, ma ho sempre creduto che la bicicletta abbia quel grande potere di cambiare il punto di vista, di elevarlo, di farci vedere le cose da una prospettiva diversa, donandoci quel senso quasi di leggerezza e positività di cui la quotidianità ha gran bisogno. Pedalando il mondo cambia, e forse un pò cambiamo anche noi scoprendo luoghi e persone nuove e contribuendo a disintossicarci dalla sedentarietà e soprattutto dalla velocità della vita di tutti i giorni.
La modernità infatti ci impone di andare veloci. Sempre più veloci. Tuttavia ognuno ha la sua velocità, e anche chi va piano a suo modo va veloce. Ed è proprio qui che ci viene in aiuto la lentezza, che sulle due ruote ha un fascino del tutto particolare.
La lentezza in qualche modo è lineare, unisce piccoli tratti, piccole esperienze. Ecco, «tratto» forse è la parola chiave.
Per sopportare il tempo che passa e spesso ci logora, conviene affrontarlo a tratti, ridurlo in attimi, elaborarlo in un tempo lungo. Così lo possiamo digerire meglio. Come la fatica. Non più tutta di un fiato ma gradualmente, senza fretta. In un certo senso assaporandola e vivendola fino in fondo.
Questa lunga premessa è un alibi, tanto per chiarirsi subito: su due ruote non avrei mai potuto esprimere grandi prestazioni, per pigrizia fisica fondamentalmente. Ma posso assicurare che negli itinerari che ho affrontato coi bambini, seguendo rigorosamente il principio della lentezza, alla fine quello che contava era solo il respiro, l’aria e il sole sulle guance: attraversare i luoghi è stato l’occasione silenziosa e gentile per assaporare il profumo della stagione scrollandosi lo stress di dosso e, forse, togliendo quel velo di tristezza che ogni tanto diventa una seconda pelle.

CICLOVIA ALPE ADRIA: LA TRATTA AQUILEIA-GRADO
La ciclovia Alpe Adria si snoda tra Salisburgo e Grado per un percorso di 410 km e attraversa paesaggi suggestivi, entrando in aree naturali protette, città d’arte, borghi medievali, zone archeologiche e offrendo la possibilità di raccontare sulle due ruote mare e montagna. Numerosi edifici storici sono attraversati dal percorso: chiese, castelli, musei. E non ultimo, la possibilità di percorrere territori celebri per le produzioni di vino e di specialità gastronomiche locali.
Noi nel nostro esercizio “lento” siamo partiti da Aquileia, uno dei più significativi centri archeologici italiani, importantissima città romana dell’impero, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
La partenza avviene nei pressi della basilica patriarcale, complesso architettonico e monumentale di straordinaria bellezza e attraversa un percorso semplice e privo di salite.
La laguna di Grado dista da Aquileia solo una manciata di km, una decina: la località balneare si raggiunge grazie allo spettacolare ponte ciclabile che collega la cittadina alla terraferma e si pedala al profumo salmastro della laguna, lungo una pista a lato di una strada assai trafficata.
Attraversare Grado in bicicletta è un’esperienza di per sé: perdersi tra le sue viuzze e le numerose corti, ammirare i balconi dei tipici edifici con mattoni a vista e soprattutto inseguire i profumi dei piatti gradesi offre un punto di vista nuovo e una libertà di sguardo e scoperta davvero appagante.



CASTELLO SAVORGNAN DI ARTEGNA
Castelli e panorami, se su due ruote ancora meglio: un altro modo per elevare la prospettiva e nutrirla di fantasia e distanza è quello di scegliere un percorso ricco di storia e in alto.
Ambiziosi, ma sempre fedeli alla nostra filosofia “slow” abbiamo deciso di perderci lungo la ciclabile che da Gemona porta ad Artegna: paesaggi riposanti, lenti fintanto che non si raggiunge Artegna, si alza lo sguardo al suo castello e ci si fa catturare dalla sua maestosità. Arroccato sul colle di San Martino sovrastante l’abitato di Artegna, Castrum ha avuto origine nel XIII secolo, probabilmente come feudo d’abitanza, cioè residenza di una famiglia nobile che era stata realizzata in prossimità della seconda cinta castellana.
Impagabile la vista dalle torri e dalla terrazza dell’intera piana di Buja e Osoppo; l’interno del castello è presente un ascensore che, partendo dal punto ristoro, permette l’accesso alla mostra archeologica, alle sale espositive e alla torre sud.



COLLINBICI: IL PERCORSO CICLOTURISTICO DEL FRIULI COLLINARE
Collinbici è un percorso cicloturistico che attraversa il Friuli collinare snodandosi lungo un meraviglioso itinerario ricco di storia, cultura e natura. Un percorso di 30 km adatto a tutti, che esplora i comuni di Moruzzo, Fagagna e Colorado di Monte Albano .
Noi ne abbiamo apprezzato alcuni tratti, partendo da Fagagna, da qualche anno parte del club dei Borghi più belli d’Italia e raggiungendo Moruzzo, spettacolare paese che sorge in cima d un colle caratterizzato da una vista mozzafiato con pochi eguali in regione. Nelle giornate più limpide, dalla sua piazza centrale dove, peraltro, ci siamo fermati per il meritato riposo, si possono vedere Trieste e Lignano.
“La bicicletta è un modo di accordare la vita con il tempo e lo spazio, è l’andare e lo stare dentro misure ancora umane.” Sergio Zavoli