“Da Canobio”: paradiso per buongustai ai piedi del Monte Coglians

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Ognuno ha i suoi posti del cuore, e spesse volte questi coincidono con i luoghi della nostra infanzia. Ricordi di estati senza orologio, di memorie dei vecchi del paese che si mescolano al presente. I miei odorano di abete bagnato dal temporale dai pomeriggi estivi, portano l’eco del fiume Degano che incessante scende a valle e rimandano alle immense Alpi Carniche: Fleons, Peralba, Bordaglia e l’imponente Coglians per citarne alcune.

Ed è quassù, a 1.250 metri sul livello del mare, a Collina di Forni Avoltri, frazione che conta poco più di 50 anime, che si può trovare un piccolo grande gioiello del patrimonio culturale e gastronomico della nostra regione.

Non ci si sbaglia quando si vuole arrivare da Canobio, le insegne non sono molte ma la strada di fatto è una sola: ultima frazione del comune di Forni Avoltri, ai piedi del monte Coglians, poco prima di intraprendere i sentieri che portano a splendidi rifugi come il Volaia e il Marinelli, la prima tappa obbligata è proprio da Canobio, dove rimangono impresse a tutti la cortesia e il piglio unici di Gino.

Gino Caneva, portabandiera di una tradizione che porta il nome di Canobio

Gino Caneva, per gli amici Ginetto, ci racconta che la gestione del ristorantino “Staipo Da Canobio” era stata avviata dal padre nel 1974, dopo essere rientrato come migrante nell’amata Collina, sua terra natia tanto sospirata lontano da casa. E infatti, il nome “Canobio” è proprio un omaggio agli anni trascorsi fuori regione: si tratta infatti di una località piemontese dove la famiglia aveva soggiornato durante gli anni di lavoro fuori casa.

Una volta rientrato in Carnia, decise di ristrutturare la stalla (per l’appunto la “staipo“) di famiglia adibendola a locanda, senza però snaturare le sue origini. Ed è così che ancora oggi l’unicità di Canobio sono le sue radici ancora intatte: una piccola ma accogliente baita di montagna che accoglie i suoi ospiti con diversi posti a sedere all’esterno e alcuni tavoli interni.

Qui le parole d’ordine sono accoglienza e buon gusto. Dal legno che la fa da padrone sia negli interni che negli esterni, alla stube, vera manna nei mesi più freddi, fino al montacarichi con cui le pietanze salgono dalla cucina al ristorante, in origine adibito a “scaricare” il fieno ai piani bassi della stalla per dar da mangiare alle mucche.

“Non mi interessa avere come ospiti campioni dello sport o personaggi famosi”, dice Gino, “io voglio la Gente”.

Per chi non lo sapesse, Gino, classe 1966 e una cascata di ricci che la dicono lunga sul suo temperamento, nonostante non ne parli per riservatezza (ne parliamo noi, e lui non ce ne voglia!), vanta una carriera nella corsa in montagna: ha infatti vinto per diversi anni la Staffetta 3 Rifugi con il record assoluto ad oggi imbattuto di discesa (dal Rifugio Marinelli a Collina) di poco più di 15 minuti, classificandosi terzo ai Campionati del Mondo di corsa in montagna del 1999 in Malesia. Oggi, appese le scarpe al chiodo, Gino ha ripreso in mano l’attività di famiglia assieme alle sorelle e alla nipote, ridando linfa vitale alla “Staipo da Canobio”, piccola chicca nel firmamento carnico.

E la passione per il lavoro che svolge si vede eccome. Si vede dai piccoli dettagli che rendono unico il posto (basti pensare allo spolert da esterno adibito ad “angolo fumatori”, o alla bellissima vasca di importazione finlandese dove ci si può concedere un bagno caldo con calice di prosecco alla mano e una vista mozzafiato sulle Alpi); lo si nota dalle attenzioni riservate ai clienti, alla cura dei piatti, una rivisitazione raffinata e attenta delle tradizioni culinarie di un tempo, fino alla scelta dei prodotti locali. Insomma, si nota che Gino e la sua famiglia amano il lavoro che fanno.

Trovo che Gino sia una persona di montagna nel senso più puro del suo termine: è schietto e di poche parole, ma misurate e di cuore, ed è un gran lavoratore: “Mi piacciono le giornate in cui c’è molto lavoro, rientro a casa stanco ma appagato. Vedo e parlo con tanta gente, insomma, vado a letto contento”. E ascoltandolo mi viene da pensare a quanto prezioso e raro sia amare così profondamente il proprio lavoro, e sì, un po’ lo invidio.

La mia domanda scatta automatica: “Gino, ma com’è vivere a Collina, un paese così piccolo e lontano dal resto del mondo?”

“Vivere a Collina non è facile. Siamo un paese che conta poco più di 50 anime. Non è semplice riempire la giornata, dare un senso a quello che si fa. Ci sono giornate in cui arrivi alle cinque del pomeriggio e ti chiedi: “E ora, cosa posso fare?”. Uscire di casa mi ha aiutato a trovare nuovi stimoli, a tenere allenata la testa. E alla fine, sono sempre ritornato a Collina”.

La cucina di una famiglia di ieri rivisitata in tavola col gusto di oggi

I piatti che si possono degustare da Canobio sono il perfetto connubio tra la tradizione di un tempo (consigliamo di ordinare le patate carniche, piccole delizie cotte ancora con la buccia, dal sapore strepitoso!) e la cura del piatto tipici della cucina innovativa di oggi.

Personalmente, non posso che consigliarvi di provare i “cjarsons” della casa: piccoli ravioli con un ripieno di ricotta, spinaci e cannella. La ricetta è quella antica dei nonni di casa Caneva, ancora oggi custodita e riproposta dalle sue nipoti. Anche gli antipasti, se condivisi tra più persone, sono un vero tripudio di sapori decisi, sapientemente abbinati tra loro, come ad esempio il cestino di polenta con crema di Montasio, ricotta e speck.

Vera delizia i dolci, dallo strudel di mele, al semifreddo fino alle crostate. E quando lo stomaco reclama una pausa digestiva, ecco che non possono mancare le grappe “da l’Istrian”: provare per credere!

Come raggiungere la “Staipo da Canobio”

Per raggiungere Collina di Forni Avoltri percorrete l’autostrada A4 fino all’uscita Carnia. Da qui imboccate la Val Degano, seguendo le indicazioni per Villa Santina, e quindi oltrepassate Ovaro, Comeglians e Rigolato. Una volta arrivati a Forni Avoltri, seguite le indicazioni per la chiesa del paese, e da qui imboccate l’unica strada che porta alle frazioni di Frassenetto, Sigilletto e Collina.

Arrivati a Collina, oltrepassate il paese per altri 300 metri, finché sulla destra, di fronte a un parcheggio sterrato troverete ad accogliervi la Staipo!

Nota dello “scrittore”: questo non è un post sponsorizzato, bensì poche ma sentite parole volte a raccontare una realtà che si spende con impegno e passione nel proporre al turista e all’autoctono un prodotto finale di qualità, nel rispetto delle tradizioni di un tempo e dell’amore per la propria terra. Sì,a 1.250 metri di quota!

Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi,

ci vuole passione.

Per vivere ci vuole passione.

(O. Fallaci)

 

4 Responses
  • Massimiliano
    Gennaio 24, 2018

    Paola, ti do del tu anche se non ci conosciamo, hai scritto cosí bene questo articolo, con passione, che traspare dalle tue parole, che per forza di cose mi trovo qui a lasciarti il mio feedback ?! Ho scoperto questo articolo, il locale sotto al Coglians e quindi questo blog grazie al vostro account su instagram. Grazie mille per le precise informazioni su questa piccolissima realtà imprenditoriale della nostra montagna friulana, infatti appena passerò da quelle parti, mi ricorderò di provare le delizie che hai descritto. È fantastico sapere che ci sono queste attività locali cosí ben portate avanti, ed è altrettanto fantastico che ci sia qualcuno che le metta giustamente in mostra, e con merito, al grande pubblico, complimenti??!

    • admin
      Gennaio 25, 2018

      Grazie Massimiliano, le tue parole sono un grande incoraggiamento, davvero! Mi trovi d’accordo, la nostra regione è ricca di storie di persone appassionate e competenti che meritano di essere messe nero su bianco, a discapito di chi dice che siamo una terra che non si sa raccontare! Sono contenta il mio messaggio ti sia arrivato, spero di ritorno da una camminata in montagna ti fermerai a recuperare le energie da Canobio, mi farai sapere come ti sei trovato 🙂 un saluto, Paola

  • Michele
    Gennaio 24, 2018

    Brava Paola.
    Grazie per quello che hai scritto e diffuso.Tutto vero!
    Te lo posso garantire in quanto “Culinot” verace. Infatti, sono nato a Collina, anche se vivo in Brianza.
    Pensa…sono veramente affezionato alla Staipo, perché ho proprio rischiato di nascere lì dentro, quando era ancora un fienile e mia madre, in dolce attesa, era proprio nel prato antistante, intenta a fare il fieno, quando è stata sorpresa dalle doglie!!!
    Hai ragione ad apprezzare Ginetto e chi lo coadiuva.
    Sono Persone autentiche, vere con valori rari per i nostri temi.
    Hai già detto tutto sulla passione che spendono nel loro lavoro e sulla qualità dei menù che propongono.
    Le tue foto sono splendide anche per via della neve, ma posso garantirti che il posto è meraviglioso in tutte le stagioni, perché ti senti avvolto dalla natura.
    Ancora complimenti per il lavoro che hai fatto.
    Michele

    • admin
      Gennaio 25, 2018

      Ciao Michele! Che bel racconto, grazie per la condivisione. Hai proprio ragione, dovremmo raccontare più spesso storie di progetti e persone così autentici e appassionati. E sono d’accordo con te, la neve di queste settimane infonde una magia unica alla Staipo, ma anche i cieli stellati di agosto sono una degna compagnia. Grazie di cuore per le belle parole, dette da un “Culinot” fanno davvero piacere! Un saluto, Paola

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