
Il Friuli Venezia Giulia è una regione ricchissima di castelli per via della sua posizione di confine: nascono in gran numero sugli sbocchi delle vallate, sui crocevia di antiche vie stradali, sui porti e sulle pendici dei colli, rendendo il territorio una delle aree più ricche di castelli d’Italia. Per valorizzare e tutelare questo importane patrimonio da anni si rinnova a Primavera e in Autunno l’iniziativa “Castelli Aperti” che consente al visitatore che desideri scoprire giardini, saloni e meraviglie architettoniche di entrare in queste dimore e lasciarsi condurre nei segreti di storie di antica memoria.
Approfitto regolarmente di questo appuntamento, per regalarmi l’emozione di un viaggio nel tempo, arricchito di un fascino del tutto particolare: spesso, infatti, ad accogliere i visitatori sono gli stessi proprietari, ciceroni d’eccezione che ancora oggi conservano l’orgoglio per il passato glorioso della propria famiglia. Andar per Castelli in Friuli significa passeggiare in terre a lungo contese tra conti, marchesi e principi, i cui confini sono stati più volte ridisegnati da matrimoni strategici e e conflitti, di cui ancor oggi ne si percepisce l’energia.
Tutti i castelli friulani meritano una visita anche al di fuori di questo appuntamento: nel Friuli collinare dove vivo, mi sento di consigliare almeno due tappe che frequento spesso, per i panorami che regalano e quell’atmosfera fuori dal mondo e dal tempo con cui ti accolgono.

Panorama del Friuli collinare da Fagagna
FAGAGNA, BORGO PIU’ BELLO D’ITALIA
Fagagna è uno splendido borgo situato nel Friuli collinare, ai piedi delle colline Moreniche, iscritto nel prestigioso club dei Borghi più belli d’Italia. Abito a pochi km dal suo centro, e confesso che quando ho bisogno di silenzio e natura “dietro casa” scelgo sempre una passeggiata attraverso i suoi borghi, ma soprattutto lungo i sentieri delle sue colline.
Fagagna vanta uno dei punti panoramici più spettacolari sul Friuli collinare.
Fagagna, pineta nei pressi del Castello
Vista dalle colline del Castello di Fagagna
La vista dalle colline di Fagagna
Sguardi all’orizzonte
Fagagna è un borgo «diffuso», cioè formato da sette antiche e distinte borgate.
Il suo nome fa riferimento ai boschi di faggio (fagus) che un tempo ricoprivano questa parte del Friuli. In lontananza si scorgono le rovine di un torrione e la chiesetta di San Michele. È quel che rimane del castello donato da Ottone II di Sassonia al Patriarca della Chiesa di Aquileia attorno all’anno Mille: Fagagna era inclusa nella lista dei cinque castelli che l’Imperatore cedette al Patriarca di Aquileia nel 983 e in seguito, con la conquista veneziana, divenne residenza del luogotenente della Patria del Friuli e sede del parlamento friulano. Lo si raggiunge facilmente seguendo le indicazioni per il Borgo del Castello: da lontano si intravede subito l’Osteria Al Castello, nata accanto ai ruderi del Castello.
Rovine, attorno alle quali, rimane lo spettacolo di uno sguardo a 360° sull’orizzonte collinare, che si perde fino ad incrociare le Alpi Giulie a Nord e la pianura friulana a Sud. Doverosa una sosta all’Osteria al Castello (Ristorante San Michele). L’aperitivo dalla sua terrazza è un’autentica esperienza di sensi, soprattutto se allo spettacolo della vista si sceglie di abbinare un “cicchetto” tra quelli proposti dal ristorante; degna di nota la tartare di tonno!
Ristorante San Michele e la sua terrazza panoramica
“Cicchetti” ad accompagnare l’aperitivo in terrazza
Tartare di tonno: un’esperienza che consiglio!
L’OASI DELLE CICOGNE, UN PARADISO NATURALISTICO
Non si può passare per Fagagna senza una sosta all’Oasi dei Quadris, il Paradiso delle cicogne. La Cicogna bianca è diventata il simbolo dell’Oasi e senza dubbio ne è la principale attrazione da quando questo territorio con i suoi ambienti umidi e le strutture già allestite, è stata scelta per l’insediamento di una delle “stazioni sperimentali per la reintroduzione della cicogna bianca” in Italia. Oltre 50 esemplari volano liberi nei cieli dell’Oasi e nel territorio circostante. Le Cicogne sono uccelli migratori che svernano nei paesi caldi dell’Africa e si dirigono verso l’Europa per passarvi l’estate e nidificare. Un tempo nidificavano anche in Italia, ma non si sa con certezza né il periodo né le cause del decremento numerico e poi dell’estinzione della specie come nidificante.
Recentemente sono capitata all’Oasi in un giorno in cui era chiusa alle visite, ma sono stata comunque fortunata, imbattendomi all’ingresso in una delle volontarie che si occupano del centro, che mi ha raccontato il progetto. Una trentina di cicogne bianche sono nelle voliere, più di quaranta sono in libertà.
Scopro che cicogna in ebraico è tradotto letteralmente come “pietà” a significare un essere rispettoso di Dio. Vederle volare maestose, e attraversare un cielo magnificamente blu mi ha trasmesso un senso di grande pace.
Durante il periodo della riproduzione le cicogne formano delle coppie solitarie
La cicogna è una specie migratrice: l’Africa destinazione preferita
IL CASTELLO DI RAGOGNA, LA’ DOVE RIVIVE L’ARTE AMANUENSE
Il Friuli collinare è ricchissimo di Castelli, ma personalmente credo che dopo aver appagato lo sguardo perdendosi nell’orizzonte di Fagagna, vi sia un altro luogo poco distante che meriti una sosta. E’ il Castello di San Pietro, a Ragogna, situato su uno sperone roccioso sopra il fiume Tagliamento, quasi a volerlo sorvegliare e custodire dall’alto.
La vista migliore si raggiunge sicuramente dalla strada che sale al Monte: si possono vedere le mura di cinta merlanda con la porta Nord, il mastio, il cortile interno con il pozzo ed una serie di fabbricati che in origine ospitavano le cantine, le segrete, le cucine e le scuderie. Passeggiare attraverso questi luoghi ha un indubbio fascino; sapere che in questo stesso castello è oggi attiva una scuola che promuove la conservazione dell’antichissima tradizione amanuense mi ha decisamente fatta viaggiare con la fantasia; immaginando principi e principesse camminare per quei corridoi, danzando alla musica dei menestrelli, mentre nelle segrete abili amanuensi passavano giornate intere a creare vere e proprie opre d’arte manoscritte.
Il Castello di San Pietro è sede del Museo degli Amanuensi e del Miniaturista, regno dell’arte calligrafica antica.
Da cinque anni, sono transitati oltre 650 allievi, che dopo aver seguito i corsi si cimentano nella realizzazione di libri, biglietti da visita, alberi genealogici e miniature, con richieste da tutto il mondo, dal Vaticano agli Stati Uniti dalla Russia ai Paesi Arabi. Corsi di scrittura antica, Onciale, Gotica, Cancelleresca, Beneventana con la possibilità di combinare attività collaterali all’ Opificium Librorum, l’Officina del Libro Antico ospitata all’interno degli spazi del Castello di Ragogna, dove si può compiere un vero e proprio viaggio esperienziale agli albori dell’arte amanuense, ammirando i vari passaggi, dalla realizzazione della carta secondo il metodo fabrianese (acqua e cotone mescolati con il Bamboccio), passando per lo “stendaggio” dei fogli, la preparazione della pergamena e degli inchiostri, sempre secondo la tradizione medioevale.
Ringrazio per i contributo video Celestino Vezzi.
L’idea di un ritorno alla cultura dell’arte calligrafica proprio oggi, nell’era della digitalizzazione globale, mi ha colpita. In fondo, ieri, come oggi, un foglio bianco ha sempre atteso che qualcuno scrivesse qualcosa, una parola, una lettera, una frase. Eppure con loro, quei maestri amanuensi di Ragogna, una lettera, una frase sono quasi più belle del significato che portano con sé: la potenza della forma supera ogni altra cosa, con eleganza, estro, senso delle proporzioni e passione.
E così, quel foglio prima immacolato, con la pazienza che un tempo avevano i maestri amanuensi, anche oggi diventa testimone di qualcosa di intangibile. La forza della perfezione estetica supera il significato della parola stessa, facendoci entrare nel mondo della calligrafia. Dove ogni parola è ancora più bella e il suo significato ancora più potente.
Un sogno è una scrittura e molte scritture non sono altro che sogni. Umberto Eco