
Metà uomini e metà caproni, armati di corna, fruste e campanacci e rigorosamente nascosti da superbe e inquietanti maschere costruite con estrema minuzia di dettagli. La prima domenica di dicembre segna l’arrivo in regione dei Krampus, che per una decina di giorni sfilano a suon di frustate e inseguimenti lungo le strade di località come Tarvisio e Pontebba.
Un rituale? Uno scherzo? Niente affatto! Un incontro vis-à-vis con un Krampus ti lascia il segno, nello spirito e nel corpo (il mio si è fissato per più di due settimane sulla coscia sinistra, ad esempio). Ecco allora 5 validi motivi per sfidare le temperature in picchiata di questi giorni addentrandosi alla conoscenza di una tradizione che si perde nei secoli (più di cinque, per la precisione!)!
1. La leggenda del diavolo che diventa Krampus
Da dove nasce il mito dei Krampus? Si narra che negli anni delle grandi carestie, gruppi di giovani ragazzi si travestivano con abiti e maschere malconci per rendersi irriconoscibili e compiere scorribande nei paesi vicini, portando a casa miseri ma preziosi bottini. Tra di loro, brutti di aspetto e rozzi di temperamento, finì per intrufolarsi anche il diavolo, riconoscibile solo dagli zoccoli di capra al posto dei piedi.
Ad allontanare il male venne chiamato San Nicolò, che quindi scese in paese accompagnato dai Krampus con doni per i più buoni e botte per i cattivi.
Al calar della notte San Nicolò svanisce nel buio, lasciando per le vie del paese indomite e rudi figure scatenate e senza alcuno scrupolo…
2. I Krampus emblemi del male? Al contrario!
A conferma che spesso e volentieri “le apparenze ingannano”, anche i Krampus, nonostante la ferocia di un’andatura frettolosa e agguerrita e le loro maschere arcigne, combattono al fianco di San Nicolò per allontanare il diavolo e così le paure dell’umanità. Nella loro arcigna bruttezza, queste maschere rappresentano le nostre paure più recondite, che, perché no, ci saltano in faccia per ricordarci di essere affrontate, lasciandoci poi il tempo di riflettere uscendo dalle scene così come sono arrivate… Insomma, pensavate solo di divertirvi?!
3. I Krampus sono tutti uomini? Non sempre…
Tradizione vuole che i Krampus siano esclusivamente uomini nati e cresciuti in paese. A detta di alcune testimonianze, infatti, entrare a far parte dei Krampus in paese significa per molti ragazzi essere introdotti ufficialmente nella comunità, entrando a far parte del mondo degli adulti e delle libertà a loro concessi, ma anche imparando una serie di riti propiziatori per una stagione primaverile all’insegna della fertilità.
Le giovani leve vengono ammaestrate a diventare maschere feroci e indifferenti alle richieste di indulgenza degli spettatori. Ai Krampus viene inoltre fatto estremo divieto di togliere o farsi togliere anche inavvertitamente la maschera, pena il disonore pubblico.
Tradizione racconta che il diavolo sia anche femmina, tanto che si parla di rare eccezioni di “Krampa”, non meno tolleranti dei loro compari, sia ben inteso!
4. Paese che vai Krampus che trovi
La tradizione dei Krampus accomuna non solo località della nostra regione, ma anche realtà geografiche in passato appartenenti o vicine alle comunità di matrice germanica, come ad esempio il Trentino- Alto Adige, l’Austria e la vicina Slovenia. Ed è proprio a Pontebba, ad esempio, che ogni anno avvengono vivaci gemellaggi tra i gruppi di Krampus del posto, maschere austriache e demoni in arrivo dalla Slovenia. Uno spettacolo davvero degno di nota!
5. Dove vedere i Krampus
I Krampus sfilano ogni anno dalla settimana che va dal 5 al 12 dicembre. Le sfilate più singolari in regione sono quelle nel Tarvisiano (Cave del Predil in primis) e di Pontebba, anche se negli ultimi anni non è cosa rara vederli “scendere a valle” anche a Tolmezzo o a Cividale del Friuli.
Armatevi quindi di guanti, sciarpe e indumenti pesanti (qui d’inverno le temperature scendono facilmente sotto zero) e seguite le nuvole di condensa delle tante persone che a bocca aperta aspettano con ansia l’arrivo degli orchi teutonici, che portano con sé le paure dell’umanità, non ve ne pentirete!
Come arrivare a Tarvisio
In auto: per chi arriva da Udine sarà sufficiente imboccare l’autostrada A23 fino all’uscita Tarvisio. Seguendo la Statale 13 e le indicazioni per Tarvisio si arriverà a destinazione in circa mezz’ora. Si consiglia di parcheggiare la macchina nei parcheggi limitrofi al centro, spesso infatti le vie centrali vengono chiuse al traffico per permettere lo svolgimento della manifestazione.
In treno: partendo da Udine scendere alla fermata “Tarvisio Boscoverde”, dove coi mezzi pubblici o un taxi si raggiungerà facilmente il centro.
Tutto è magia, o è niente.
(Novalis)
Donato
Novembre 20, 2018Senti una cosa , prima di scrivere su tradizioni che non sono vostre mi informerei molto bene. I Krampus sono il 5 dicembre , solo ed esclusivamente il 5 dicembre e non la prima domenica di dicembre. Tutto il resto sono grandi pagliacciate che esulano dalla tradizione. Questo è un punto fondamentale. Punto sul quale non si può più transigere e sarebbe importante differenziare.
admin
Dicembre 11, 2018Gentile Donato, ti ringrazio per aver dedicato il tuo tempo alla lettura di questo post. Dalle tue parole non evinco la tua provenienza, ad ogni modo posso assicurarti (e le programmazioni di tante comuni pubblicate on- e offline me ne sono testimoni) che oggigiorno i Krampus non sfilano solamente il 5 dicembre (per l’appunto giorno dedicato alla festività di San Nicolò). Nella nostra regione, il Friuli Venezia-Giulia, queste sono diverse e dislocate su tutto il territorio: il 1 dicembre a Coccau, il 2 a Cave del Predil, l’8 a Pontebba, per citarne solo alcune (in aggiunta alle tradizionali sfilate del 5 dicembre, come da te ricordato). Per quanto invece riguarda la figura femminile della “Krampa”, fonti attestano che “anche le donne possono indossare le vesti di Krampa, quello che è assolutamente vietato è tentare di togliere loro la maschera, pena il disonore”. Infine, per quel che riguarda quelle che tu definisci “grandi pagliacciate che esulano dalla tradizione”, sarei curiosa di approfondire il tuo concetto di “tradizione” alla luce di un confronto, chissà se possibile, dai toni più garbati. Un saluto, Paola
Donato
Novembre 20, 2018P.s. Questa delle krampa scusa il linguaggio ma è una cazzata enorme, altra pagliacciata tirata fuori da altri imbecilli. Ricordati che queste cose possono arrivare anche a bambini per cui spero tu possa cancellare o perlomeno evitare in futuro di scrivere queste (scusa ancora il termine) cazzate abominevoli